Gli sconvolgimenti geopolitici degli ultimi anni, uniti agli effetti pandemici hanno portato ad una carenza di farmaci, soprattutto antibiotici e analgesici pediatrici ma anche di attrezzature mediche. Ciò costituisce una crescente preoccupazione nei paesi europei e tale deficit si sta riversando sui sistemi sanitari nazionali, mettendo fortemente a rischio la salute dei pazienti. 

Come accennato sono diversi i fattori responsabili, tra cui il Covid 19, che viene sempre di più gestito a domicilio e sta conoscendo una nuova e repentina ondata di espansione in paesi come la Cina, principale produttore di paracetamolo e ora anche consumatore; poi, evidentemente, la guerra in corso tra Ucraina e Russia, che a sua volta ha generato numerosi problemi di produzione legati alla scarsità e difficoltà nel reperire materie prime e fonti energetiche; infine, non è da sottovalutare il fatto che stiamo attraversando il picco delle influenze stagionali e si è registrato un notevole aumento della domanda legato all’incremento delle infezioni respiratorie.

European-pharmaceutical-crisis

Già a partire dal 2020 l’European University Hospital Alliance aveva individuato un aumento della richiesta di farmaci da parte delle unità di terapia intensiva; in particolare, di anestetici, antibiotici, miorilassanti farmaci off-label, cioè quelli utilizzati per indicazioni differenti da quelle per le quali sono autorizzati. Successivamente con l’evoluzione della guerra in Ucraina si sono susseguiti altri intoppi, come il forte rallentamento degli approvvigionamenti di molti principi attivi e materie prime impiegate nella produzione di farmaci, fra gli altri l’ammoniaca e il palladio, tipicamente reperiti in questi paesi in grandi quantità e a prezzi ridotti 

L’Unione Europea, a seguito dello sconvolgimento pandemico, nel 2020 aveva adottato una strategia farmaceutica per l’Europa e, nel 2021, dato il via al quarto programma dedicato alla salute, l’ EU4Health, in vigore per il periodo 2021- 2027, accolto con favore dagli eurodeputati, con il fine prioritario di sopperire ad ulteriori ed eventuali crisi sanitarie future. Non a caso, le linee guida principali di questo programma sono: la tutela delle persone da gravi minacce sanitarie di carattere transfrontaliero, l’aumento della disponibilità di farmaci e dispositivi medici, e il rafforzamento dei sistemi sanitari nei paesi dell’Unione Europea. 

Il tutto come parte di un noto programma più ampio chiamato “Next generation EU”, cioè un piano per la ripresa dove sono stati stanziati 750 miliardi di euro, e si è posto l’obbiettivo generale di mitigare il più possibile gli effetti della pandemia, su tutti i fronti, non solo su quello sanitario, investendo nell’Unione Europea per renderla sempre più sostenibile, digitalizzata, socialmente equa e resiliente. 

Altre soluzioni che erano state proposte dai deputati riguardavano: l’introduzione di incentivi finanziari per incoraggiare i produttori di principi attivi farmaceutici a focalizzare la loro produzione in Europa, al fine di rendere l’UE sempre meno dipendente da paesi terzi ( soprattutto India e Cina, che sono i principali produttori mondiali ); creare una “farmacia europea d’emergenza “, che funga da riserva dell’UE per ridurre il rischio di carenze; scambiare buone pratiche sulla gestione delle scorte, aumentare l’acquisto comune di medicinali e semplificare lo scambio di medicinali tra gli stati membri. 

Durante il dibattito sull’aumento delle infezioni respiratorie e la carenza di farmaci in Europa, avvenuto il 17 gennaio 2023 nell’Aula di Strasburgo, la commissaria Ue alla salute Stella Kyriakides, ha annunciato al Parlamento una proposta di revisione della legislazione farmaceutica, introdotta nel 2021, la nuova versione è prevista per marzo e includerà obblighi più rigorosi per le forniture, la notifica anticipata di carenze e ritiri e una maggiore trasparenza delle scorte.

“Stiamo assistendo alla carenza di alcuni medicinali in alcuni Stati membri, in particolare antibiotici e analgesici pediatrici. Poiché si tratta di una questione globale, siamo in stretto contatto con le nostre controparti internazionali, sostenendo anche gli Stati membri e l’industria. I solidi sistemi e processi istituiti durante la pandemia e grazie all’estensione del mandato dell’Agenzia europea per i medicinali, sostenuta dal Parlamento, stanno contribuendo a gestire meglio la situazione”.

Kyriakides ha inoltre sottolineato il fatto che si stiano implementando tutte le flessibilità normative esistenti e cercando di individuare con i partner industriali delle procedure per aumentare in modo repentino, la produzione allo scopo di prevenire e mitigare le carenze.

In questo scenario, nel contempo, ha ipotizzato un intervento e un coordinamento dell’HERA per conto degli Stati membri sull’approvvigionamento congiunto, già fatto durante la pandemia da Covid, che consiste nel mettere in comunicazione tramite eventi di matchmaking più attori del settore, in modo da incrementare e ottimizzare la produzione. 

“ Ho detto spesso che i pazienti di tutta l’UE devono avere sempre accesso ai medicinali di cui hanno bisogno, a prezzi accessibili. Questo è ciò che abbiamo l’ambizione di garantire con la strategia farmaceutica per l’Europa. Proporremo misure non legislative e legislative per un migliore accesso e disponibilità e una maggiore sicurezza dell’approvvigionamento di medicinali nell’UE”.

Infine, in quest’ultimo paragrafo ribadisce che l’obiettivo resta quello di garantire l’accesso ai medicinali a tutti i pazienti che ne abbiano bisogno e di ammortizzare qualsiasi perturbazione del mercato dei medicinali nell’UE. Dalle poche informazioni rivelate si evincono alcuni principi cardine: che la revisione dovrebbe mirare a garantire l’accesso a medicinali a prezzi accessibili; promuovere l’innovazione, anche, se non soprattutto, nei settori in cui sussistano esigenze mediche non soddisfatte; migliorare la sicurezza dell’approvvigionamento; adattarsi ai nuovi sviluppi scientifici e tecnologici e ridurre la burocrazia.

Certamente le imprevedibili e clamorose condizioni avverse che si sono assommate dall’inizio del 2020, stanno provocando un contesto estremamente complesso e sfidante in Europa. Il dovervi fare fronte fa parte dei doveri della politica ma anche l’organizzarsi in modo lungimirante per migliorare sotto ogni aspetto e fare sì che di fronte a qualsiasi nuova evenienza futura, il vecchio continente sia più forte, attrezzato e pronto a rispondervi.