E’ noto come negli ultimi due anni la pandemia abbia colpito gran parte dei settori fondamentali per il sistema industriale del Paese. Contrariamente a quanto si pensi, infatti, anche molte aziende del comparto dei dispositivi medici hanno subito un serio impatto.
Facendo una comparazione tra il 2019 e il 2020 si può vedere come questa situazione abbia inciso notevolmente sulle spese stanziate per dispositivi medici consumati negli ospedali italiani, passando da una spesa totale di 4,1 mld di euro registrati nei primi nove mesi del 2019 ai 3,7 mld nello stesso periodo del 2020 (-10%). Detto sbilanciamento è tanto più rilevante se si pensa che una larga fetta degli investimenti ha riguardato i dispositivi e le attrezzature dedicate al supporto per i malati di covid, alla diagnostica e al contrasto preventivo dei contagi, come andremo a verificare più in dettaglio.

Covid - Dispositivi medici

Andando, infatti, a segmentare i consumi del settore , in alcune aree terapeutiche, letteralmente travolte dall’emergenza sanitaria, si è assistito ad un notevole aumento dei consumi di dispositivi : a partire da quella respiratoria e di terapia intensiva; anche i dispositivi per la diagnostica in vitro hanno registrato un aumento del 65 %, grazie soprattutto alla crescita dei reagenti impiegati nei test immunologici per malattie infettive, che presi a sé hanno fatto un balzo ben del 264 %, solo nel periodo di gennaio-settembre del 2020.
Hanno avuto una crescita anche i consumi di tamponi nasofaringei di circa il 745 % rispetto ai primi nove mesi del 2019. Infine si è avuto un ovvio aumento della richiesta di dispositivi terapeutici per il trattamento degli effetti del coronavirus, come maschere respiratorie, circuiti respiratori e strumentazione per il monitoraggio dei parametri vitali.

Al contrario, il consumo di quei dispositivi collegati a procedure chirurgiche considerate non urgenti è stato quasi nullo, soprattutto nel settore ortopedico ed oculistico ma non solo (ad esempio le protesi, che hanno avuto un consumo inferiore del 35 %).
Quindi possiamo dire, basandoci sui seguenti dati, che, in qualche modo, la diminuzione generale dei consumi globali dei dispositivi medici utilizzati in ambito ospedaliero sia stata in modo parziale “ammortizzata” dalla crescita dei consumi di prodotto dedicati all’emergenza dettata dal Covid-19. Evidentemente detta disomogeneità ha riverberato notevolmente sulle fortune o viceversa sugli affanni delle diverse aziende produttrici.
In effetti, in seguito ad un’indagine svolta dal Centro Studi di Confindustria Dispositivi Medici è emerso che più della metà delle imprese del settore, sono state fortemente colpite a livello economico da questa situazione. Consideriamo ad esempio che il 45,8% delle attività usufruiscono della cassa integrazione; più nello specifico, il 30,1% sono le imprese che hanno dichiarato di usufruirne, mentre il 15,7 % ha iniziato ad usufruirne nei giorni successivi al sondaggio. Naturalmente la conseguenza all’utilizzo della CIGS e il conseguente impiego sempre più ridotto del personale sono lo specchio del declino produttivo; nello specifico 63,2 % ha utilizzato questa indennità per oltre i 2/3 di personale e il 13,2 % delle aziende hanno addirittura sospeso tutti i lavoratori.

Non diversamente da altre circostanze di crisi, è stata una misura presa prevalentemente dalle micro imprese, con un fatturato minore ai 2 milioni di euro. Infatti queste sono state ben i 2/3 delle beneficiarie, mentre le grandi imprese che hanno fatto ricorso a questa indennità sono solo 1/3.
Ciò detto, la ripresa che sta vivendo il nostro Paese, purtroppo in qualche misura minacciata dagli attuali eventi bellici, si sta vedendo anche nel settore dei dispositivi medici, e la normalizzazione delle attività diagnostiche e cliniche all’interno sia degli ospedali che delle strutture private, ha come conseguenza un incremento della domanda complessiva.

Si può anche sperare che la dura “lezione” impartita dalla pandemia eviterà futuri tagli indiscriminati alla sanità, a cui abbiamo assistito per molti anni, e viceversa possa fare sì che le strutture preposte si organizzino in modo più razionale e lungimirante anche per fare fronte efficacemente a future eventuali evenienze impreviste.